2010/01/29

SCAVI IN CORSO

Cabanzo, 2009


Video-scultura, installazione, reperti in gesso, detersivo, lucce nera, object trouve, due tv plasma, due lettori dvd, due video loop (15 min) - video ripresse e montaggio Sergio Grillo direzione Liliana Fracasso.


Prima delle tre video-installazioni, video-arte, percorso e allestimento. Opera realizzata in occasione della Mostra “La locuacitá dei silenzi”, Ipogeo del Ex-convento di Santa Chiara, Piazza Sta Chiara, Foggia. Evento realizzato da “Giù la testa”,SIT consulting, direzxione artistica Liliana Fracasso


Scavi in corso: Avvio dei lavori, primi reperti: abitanti della memoria, artigiani dell’identità
Video-istallazione, due video digitali colore (loop 15 min.), due schermi a plasma, lucci nere, due lettori sincronizzati, oggetti fusione in gesso, 80 kg di corteccia di pino e argilla espansa, legno, Instalazione Francisco Cabanzo, ripresse ed edizione videomaker Sergio Grillo, contatti ed interviste con i testimonianti delle grotte e sotterranei di Foggia, Benvenuto Grillo Ass. Scurpiddu, ricerca documentale e direzione artistica del evento Liliana Fracasso.


GIU LA TESTA 2009
La loquacità dei silenzi
In occasione del evento Giù la Testa sono stato invitato a reallizare làllestimento e la produzione di una serie di opere ed istallazione multimediale, opere efimere che in certo modo esprimessero l'avviamento di un progetto ambizioso: calare le coscenze nelle profondità della memoria e l'identità sotterranea della città di Foggia.

La città SU, e la città GIU, metafora dell’essenza dell’anima umana, metafora di ciò che siamo in apparenza, e ciò che siamo nella dimensione occulta e silenziosa delle nostre anime. Ciò è, una metafora dell’identità come riflesso di questa città, di questa terra tante volte vittima delle distruzioni, scheggi, e la deturpazione della sua fisicità, con il conseguente cancellamento, svuotamento, appiattimento, l’occultamento delle esistenze, il “nessuneggiare” dei faqtti e delle persone, delle loro storie e della loro memoria, prattica questa che ha forzato i suoi abitanti a riversare le loro esistenze e preesistenze nelle viscere, nei silenzi... oggi assai loquaci.
Giu la Testa, un’istallazione attiva, un work in progress, che perciò non deve intendersi come una mostra espositiva di un’opera conclusa, ma come un’installazione inprocesso, work in progress dove si adopera un concerto di voci ed esperienze, working process fato di impressioni ed espressioni, emozioni e sensazioni, e quindi ricordi, dimenticanze e memorie intense, taciute da condividere, reperti d’arte urbana effimera, e d’arte sociale attorno al tema della città sotterranea di Foggia.
Giù la Testa, quando abbiamo iniziato l’aventura gia nella prima edizione (2008), la prima immagine che mi e venuta in mente e stata il ricordo di Venezia con le sue due città, quella dei palazzi e quella dei riflessi, tutte due fanno parte dell’esperienza di viverla, un dialogo aperto, quotidiano.
Giu la Testa, non e soltanto un atto di arqueologia urbana e di ricerca storica, o di recupero del terzo paessaggio, non e soltanto un opera di rilievo, campionatura, clasifica e acatastamento delle preesistenze soterranee, delle cavità, gli spazi e delle strutture sotterranee e uno spazio delle convivenze che non puo piu rompersi anche se le sotture ed i leggami adoperati siano fragili e sottili.
Giu la Testa, e sopratutto l’inizio di un atto di psico-pedagogia collettiva per il recupero dell’identità e della dignità di un popolo per troppo tempo dimenticato e negato diventando straniero nella propria terra. Parlando dei sotterranei, sembra utile riconoscere che non esiste possibilità di recupero, di fruizione e valorizzazione di qualsiasi patrimonio, se non come risultato di un atto profondo di identificazione e legame afettivo di topofilia da parte di un popolo. Non ce patrimonio che posa essere conservato o rihabilitato se non si adopera un processo visuto dai propri abitanti valorizzando loro stessi e la memoria che detengono, perche l’obblio e l’inizio della distruzione.
Giu la testa, dove l’arte contemporanea viene intessa come opera collettiva e sociale nella quale si crea una sinergia di saperi, professionalità, ed organizzazioni incaminate a potenziare processi creativi e nuove forme di convivenza e identità basati sui propri processi del arte.
Francisco Cabanzo

FOCUS, AUGUR, FOVEA

Cabanzo, 2009


Installazione site specific, sulla scala interna dell'ipogeo, 52 lucci fiamelle, legno, fili elettrici 350x120x800, collaborazione allestimento, Massimiliano Lampariello.

Prima delle tre video-installazioni, video-arte, percorso e allestimento. Opera realizzata in occasione della Mostra “La locuacitá dei silenzi”, Ipogeo del Ex-convento di Santa Chiara, Piazza Sta Chiara, Foggia. Evento realizzato da “Giù la testa”,SIT consulting, direzxione artistica Liliana Fracasso

FOCUS “...vana e nobile fiammella che vedesi nelle calde notti nei cimiteri (fàtum), nelle paludi ed altri terreni umidi, ...e che secondo il movimento dell’aria sembra inseguire pazzerella chi fugge e fuggire chi la rincorra.”
FLAMEUS= Fiammette, fiammicelle.
AUGUR= indizio, paesaggio, segno.


Opera in relazione con l'Icona vetere (Madonna dei sete veli - altare maggiore, Catedrale di Foggia, autore ignoto), tavola dipinta e "velata" che ispira il mito della creazione e origine della città di Foggia, archeologia delle emozioni e le sensazioni primordiali.