ALTARE DELLE ATTESE,
Cabanzo 2011,
serie "dialogos" III
con Lucio Fontana
art. 11
"L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà
degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
internazionali”
Costituzione Italiana
“ altare delle ATTESE / art. 11”
(2,00 x 1,00 x 2,00. installazione - legno, tessuto mimetico tela stampata intervenuta su telaio in legno, idropittura sul retro, e scultura in terracotta e vinilo bianco).
Si tratta della terza opera della serie “dialogos”, in quest' occasione un tributo al artista Lucio Fontana (1899-1968). Nella serie, la prima opera e stata dedicata a Michelangelo Pistoletto[1], la seconda a Nam June Paik [2]
Il dialogo con l’opera “Attese - Concetto Spaziale”[3]
rappresenta la terza tappa della serie di opere nelle quali vengo sviluppando una sorta di dialoghi attraverso l’arte, per affermare come artista l'impiego dell'arte stessa come materia "concettuale" per il lavoro creativo. Di conseguenza scaturisce una ricerca plastica e visuale, un dialogo tra opere lontane tra di loro nel tempo e nello spazio, ma vicine quando l’obiettivo mio diventa costruire un contro-punto tra loro ed il lavoro finalizzato ad alimentare una riflessione sul arte trascendentale e la condizione di soggetto metticio.
rappresenta la terza tappa della serie di opere nelle quali vengo sviluppando una sorta di dialoghi attraverso l’arte, per affermare come artista l'impiego dell'arte stessa come materia "concettuale" per il lavoro creativo. Di conseguenza scaturisce una ricerca plastica e visuale, un dialogo tra opere lontane tra di loro nel tempo e nello spazio, ma vicine quando l’obiettivo mio diventa costruire un contro-punto tra loro ed il lavoro finalizzato ad alimentare una riflessione sul arte trascendentale e la condizione di soggetto metticio.
Questa riflessione non accade soltanto in un piano concettuale, ma come frutto di una sperimentazione e della sopratutto di un'appropriazione, un’ibridazione incamminata a diluire una sorta di frontiera e di distanza tra gli oggetti consacrati e degli autori pi`emblematici della corrente principale riguardo agli artisti che provenendo da una periferia coloniale ne subiscono la loro influenza e allo stesso tempo la loro dominazione estetica attraverso il sistema dell'arte. La'appropriazione sincretica opera una rottura dei miti che conferiscono al opera artistica un aura “sacra” che gli conferisce una sorta di "aura" di mistificazione che gli converte in veri “totem”, e gli attribuisce una condizione di oggetti irraggiungibili, elevati su un piedistallo e custoditi in un Panteon mitologico. La profanazione eseguita consapevolmente non si ferma alla semplice interpretazione o la citazione, e interviene adoperando una contaminazione che mira a mettere in discussione l’apparente asepsi moderna, una asepsi laica che presuppone una indiscutibile distanza astratta e agnostica la quale alcuni critici e storici dell'arte sostengono esista tra l’arte moderna e contemporanea in occidente. Si tratta quindi di una irruzione in questo ambito concettuale dei temi della metafisica e dell’ al di là. Non è un dialogo sulla estetica del arte moderna bensi un dialogo sul arte trascendentale.
Da l'altra parte l'assegnazione casuale del articolo undici in occasione della mostra (Art.) non risulta secondario in relazione al percorso personale e biografico come artista. Il fato che la guerra sia stata la causa principale del auto-esilio che mi ha portato da più di dieci anni ad abbandonare la mia terra d’origine, la Colombia, con la speranza inutil di ritornare trovando la desiderata pace in una terra che vive ancora in una condizione di guerra civile endemica, diventa un'occasione per riflettere sul significato della guerra essendo io un cittadino italiano per adozione.
[1] La prima occasione in onore a Michelangelo Pistoletto, “rubinetto in bianco e nero” del 1979, con l’opera di F. Cabanzo, 2010 “rubinetto a colori” video installazione, durante la mostra MUTAZIONI: l’arte contemporanea i materiali e le opere, nella Galleria di Arte Contemporaneo della Provincia di Foggia, di Spazio 55 curata da Guido Pensato, Gaetano Crispino.
[2] La seconda volta dedicando un opera al artista Nam June Paik - “TV Buddha” con l’a video installazione “DVD Buddha” F. Cabanzo, 2010 , durante la mostra DISSAPORI - “Giornata del Contemporaneo 2010” studio Katia Berlantini, mostra di curata da Michele Carmelino (Spazio 55) e Katia Berlantini,.
[3] Lucio Fontana (1899-1968), L. Fontana – “Concetto Spaziale ATTESE i piedini di Lucia sono incantevoli”, 1965-66. Opera registrata presso la Fondazione Lucio Fontana, Milano, n. 2494/1.L' opera viene presentata alla Fondazione Banca del Monte “Domenico Siniscalco Ceci” , Foggia, 2011. In occasione della Rassegna d´arte contemporanea ART. Dodici articoli, dodici artisti,
"momento di incontro e di riflessione del mondo dell´arte contemporanea e della cittadinanza intorno alla ricchezza e alla complessità dei principi fondamentali nel anno dei 150 anni dell' Unita Italiana."
Organizzata con la collaborazione dell'associazione “Spazio 55 arte contemporanea” e del critico Gaetano Cristino, con la partecipazione di dodici Artisti: Katia Berlantini, Francisco Cabanzo, Vito Capone, Michele Carmellino, Antonio Di Michele, Salvatore Lovaglio, Nicola Liberatore, Matteo Manduzio, Nelli Maffia, Guido Pensato, Enzo Ruggiero, Ottavio Troiano.
A ciascuno di essi e´ stato affidato un articolo dei primi dodici della Costituzione Italiana, con il compito di interpretarne/evocarne, con la peculiarità dei propri mezzi espressivi, il travaglio attuativo, l´attualita´ dei valori morali e giuridici, gli ideali programmatici.